Il percorso museale

Museo di Mombasiglio, divisa storica

PIANO TERRENO, SALA MULTIMEDIALE

L’allestimento museale è strutturato in modo da consentire la doppia lettura museo-castello e coinvolgere i visitatori nell’ammirazione dell’antico, storico maniero e delle opere che vi sono esposte. In alcuni casi i reperti sono presentati anche all’interno di spazi a servizio del territorio del G.A.L. Mongioie. Il percorso inizia al piano terreno dalla sala multimediale: è il luogo dell’accoglienza dove i visitatori possono acquisire utili riferimenti ed approfondimenti sul periodo storico relativo agli anni 1795-1796. Lungo le pareti della sala sono collocate cartografie che illustrano le strategie delle varie operazioni militari della Prima Campagna d’Italia. Le cartine guidano il visitatore nella comprensione della prima vera guerra di movimento della storia. Infatti il Bonaparte si connota come un abilissimo stratega che abbandona la statica guerra di posizione divenuta, dopo di lui, irrimediabilmente superata, per mostrare una straordinaria capacità di movimento delle truppe che gli permetterà, quasi sempre nel corso dei successivi venti anni, di dividere i nemici coalizzati e di anticiparne i movimenti e gli attacchi.

PRIMO PIANO, SALE ORLÉANS E TOMATIS

Attraverso una scala interna si raggiunge l’atrio al primo piano dove, sulla destra, è esposta la riproduzione di due disegni raffiguranti i combattimenti di Roccabarbena e di Loano, avvenuti il 23 novembre 1795, gli ultimi due scontri affrontati dal generale francese Augereau prima della nomina, il 2 marzo 1796, del generale Corso a comandante in capo dell’Armée d’Italie in sostituzione del dimissionario generale Schérer.

La riproduzione dell’effigie del Bagetti e le note biografiche a lui relative introducono all’incantevole sala Orléans la cui volta è ornata da affreschi di scuola piemontese risalenti al tardo Ottocento. Qui è messo in mostra il primo nucleo museale propedeutico a tutta la visita, fondamentale per capire l’iter delle incisioni su rame esposte al piano superiore.
Su pannelli sono riportate le minuziose istruzioni date al Bagetti dal capitano Martinel, il quale meticolosamente indicava al pittore topografo il punto di vista e l’angolatura da cui ritrarre la scena della battaglia. Da queste prime osservazioni fatte sul posto venne elaborato lo schizzo da cui derivò il disegno inviato poi al Dépôt de la Guerre di Parigi per ottenere l’approvazione. Da questi disegni furono tratti gli acquerelli e da questi ultimi furono poi ricavate le incisioni in rame, più idonee, grazie alla loro tiratura, a divulgare l’epopea napoleonica. La sala Tomatis – ricavata nei locali delle antiche cucine del Castello, dove sono stati mantenuti gli antichi fornelli, lo scolapiatti e il lavello in marmo scavato a foggia rotonda entro un unico blocco – ospita inoltre quattro bandiere, dipinte a mano, che riproducono quelle risalenti all’epoca napoleonica: due francesi, una piemontese ed una austriaca.

Ripercorrendo la sala Orléans si possono ammirare numerosi esemplari di soldatini di piombo e parte di una preziosa e rara collezione di soldatini “piatti”, di stagno, prodotti nel XIX secolo dalla Henrichens di Norimberga. Completano la sala un cospicuo numero di reperti, spade, sciabole, pugnali, fucili, pistole, indumenti, affusti di cannone di produzione moderna e molte riproduzioni di uniformi militari francesi tratte dalle stampe di Carle Vernet.

Allestimento del Museo

PRIMO PIANO, SALA SAVOIA

Sullo stesso piano, ma dal lato opposto, si può visitare la sala Savoia, dedicata agli alleati austro – piemontesi. Sui muri perimetrali di questo vasto ambiente sono collocate le incisioni di Enrico Gonin, litografate dal Doyen negli anni ’40 dell’Ottocento, raffiguranti i castelli dell’area cebano – monregalese. Lo stemma sabaudo fronteggia il ritratto di Vittorio Amedeo III.

Nella sala, oltre alcune bandiere, sono esposte, riprodotte, le uniformi dell’Armata Imperiale Austriaca: quella di un fuciliere del 47° Reggimento di fanteria Kinsky e di un artigliere del Reggimento Prinz Alberico Barbiano di Belgioioso insieme a quelle dell’esercito sabaudo: una del Corpo Reale di Artiglieria, una di un fuciliere del Reggimento d’Ordinanza Nazionale “La Marina” ed una di un ufficiale del Reggimento Piemonte. Qui vi si trovano armi del XVIII secolo: un fucile del Reggimento Mondovì, un pistolone da cavalleria e alcuni briquet, oltre ad alcuni esemplari di soldi piemontesi del 1796 ed a molti reperti. Sono in preparazione due plastici degli scontri avvenuti al Bricchetto di Mondovì e sulla Pedaggera.

SCALA DAL PRIMO AL SECONDO PIANO

Sui due lati della scala sono messe in mostra le riproduzioni fotografiche delle bellissime tredici carte topografiche (i cui originali sono conservati all’Archivio di Stato di Torino) realizzate, nel primo decennio del secolo XIX, dalla Section topographique di stanza in Piemonte, diretta dal capitano Martinel sotto la direzione del generale Sanson, capo del Depot de la Guerre. La rappresentazione cartografica rilevata, in un primo tempo senza l’uso della bussola e del declinometro, utilizzando la triangolazione trigonometrica, mostra nella finitezza e nella ricchezza del linguaggio l’alto livello tecnico raggiunto dalla squadra di topografi, che raffigurarono la pianta e l’ area del forte di Ceva, distrutto dai francesi, il corso del torrente Corsaglia, il territorio di Mondovì, di Cosseria e di Savona.

SECONDO PIANO

Arrivati al secondo piano, svoltando a destra si arriva al nucleo centrale e più importante del Museo raccolto in due sale, intitolate al Bagetti e al Martinel, e nel salone d’onore dedicato al Generale Bonaparte, salone chiuso dalle porte settecentesche provenienti dalla casa patrizia in Mondovì Piazza della casata dei Cordero di Montezemolo. Nel mezzo di questo ambiente troneggia uno dei reperti più preziosi del museo: il busto in gesso del Bonaparte realizzato dal vero dallo scultore francese Charles Louis Corbet ed esposto al Salon di Parigi nel 1798. Ritrae il generale all’età di 29 anni, quando venne nominato, dopo la Campagna d’Egitto, Primo Console. Se ne conoscono altri quattro esemplari nei musei di Lille, di Nizza, di Versailles e della Malmaison. Il vincitore della Prima Campagna d’Italia viene rappresentato secondo un’iconografia di stampo neoclassico poi ampiamente diffusa: il viso dai tratti sottili leggermente rivolto verso destra, l’ampio drappo del mantello, gettato sopra un’uniforme semiaperta che copre in modo diseguale la spalla. Sono esposti altri busti in gesso, raffiguranti Napoleone Bonaparte, riproduzioni di quelli di Canova, di Chaudet e di Houdon. Sulla destra della porta d’ingresso inizia la visita vera e propria alle opere del pittore topografo torinese. Delle quarantaquattro pregiate incisioni su rame, ventisei si susseguono sulle pareti delle tre sale e documentano la prima fase della Campagna d’Italia condotta fra Nizza e Cherasco. La lettura delle incisioni, racchiuse entro cornici coeve, è facilitata dal confronto con la riproduzione dei relativi acquerelli del Bagetti, i cui originali sono conservati al Musée National des Châteaux de Versailles et de Trianon. Nella sala Martinel sono messi in mostra reperti appartenenti ai reggimenti francesi e austro-piemontesi rinvenuti sui siti delle battaglie, palle di piombo per fucili e cannoni, fibbie, bottoni, una collezione di soldatini di piombo ed alcuni busti in bronzo. Nelle tre sale sono inoltre esposte le uniformi dell’Armata francese: una di artigliere del 4° Reggimento di Artiglieria, una di Generale Comandante in Capo, una di Ufficiale di Fanteria, una di cavaliere del 1° Reggimento Ussari, quattro di fuciliere della 9° Demi Brigade di Fanteria Leggera, della 22° Demi Brigade di Fanteria di Linea, della 27° Demi Brigade del Generale Rusca, della 51° Demi Brigade del General Cervoni. Nella sala Bagetti troverà posto una copia moderna del gesso, raffigurante il pittore, conservato all’Accademia Albertina di Torino dove, durante la restaurazione, per nomina regia, ebbe la cattedra di disegnatore di vedute e paesi. Alcune teche espongono soldatini di Norimberga riferiti alla Armata francese ed a Napoleone Bonaparte. Tornando all’ingresso del piano, sulla sinistra, si apre la settecentesca cappelletta, ornata di stucchi con un pregevole piccolo altare con stucchi policromi.

SCALA DAL SECONDO AL TERZO PIANO

Le rimanenti 18 incisioni, che illustrano il prosieguo della Prima Campagna d’Italia in Piemonte e nel lombardo-veneto sono collocate lungo la scala che sale al terzo piano dove si trovano le sale Del Carretto, Dellera e il Book Shop.

TERZO PIANO

A questo piano sono esposte tre uniformi dell’Armata Piemontese: una di fuciliere del Reggimento Provinciale Mondovì, una di granatiere del Reggimento Granatieri Reali ed una di fuciliere della Legione Truppe Leggere. Nella prima sala, dedicata al capitano Del Carretto, sono esposte varie riproduzioni raffiguranti gli scontri militari avvenuti in territorio ligure-piemontese, fra cui Dego, Millesimo e il Castello di Cosseria. Qui s’ammira un antico, monumentale camino che conserva numerosi graffiti incisi dai soldati francesi che, al comando del Generale Sérurier occuparono il Castello di Mombasiglio durante la campagna napoleonica. La raccolta di soldatini piatti di stagno prodotti a Norimberga prosegue anche in questa sala. Si passa poi alla sala Dellera in cui si ammirano alcune rare stampe a colori che illustrano, con un linguaggio più popolare, le battaglie sostenute nel 1796 su questo territorio. Alcuni busti riproducenti quelli eseguiti da Boizot e da Houdon ricordano il generale Bonaparte. Infine su tutta una parete è ospitata la riproduzione della superba Carta generale degli Stati di Sua Altezza Reale dalle eccezionali, imponenti dimensioni, composta dal capitano, blasonatore e disegnatore Tommaso Borgogno e incisa ad acquaforte da Giovanni Maria Belgrano nel 1680, con dedica a Madama Reale. Si tratta, come era in uso per le carte di grande formato, di una carta ripiegabile per potere essere trasportata in viaggio.

Ad essa fece riferimento tutta la cartografia successiva. In questa sala sono posizionati il lettore di microfilm ed i computers che permettono agli studiosi e agli appassionati di storia di orientarsi nella banca dati relativa alla prima fase della Prima Campagna d’Italia. Accanto il Book Shop che completa la visita al Museo Bonaparte ed al Castello di Mombasiglio.